TRE STRATEGIE PER RAVVIVARE LA NOSTRA PRESENZA SUI SOCIAL MEDIA

Anche se pensiamo che il nostro target demografico non sia sui social media, potremmo scoprire di esser smentiti dai dati. Il Pew Research Center (centro studi statunitense che fornisce informazioni su problemi sociali, opinione pubblica, andamenti demografici su Stati Uniti e il mondo in genere) ci conferma come siano ben 4,5 miliardi le persone che oggi usano i social media. Con questo tipo di copertura, non è certo pensabile “dormire sui social media” ma come fare a capire cosa pubblicare? 
Ce lo spiega l’agente della KW Ashleigh Nicole Gillespie. Agente di lusso e direttore delle vendite per The Umphress Group a Littleton, in Colorado, Ashleigh Nicole ha imparato per tentativi ed errori come sfruttare il potere dei social media per far crescere la sua attività. “Se hai dei dubbi che il tuo cliente ideale sia o meno sui social media, posso garantirti che c’è“, dice la Gillespie. Quando si parla di social, Facebook potrebbe essere la prima piattaforma a venire in mente ma la Gillespie sottolinea l’importanza di trovare la piattaforma che funzioni meglio per noi e la nostra attività, che si tratti di Instagram, TikTok, YouTube o Twitter.

Cosa NON pubblicare sui social media

Nell’apprendere cosa funzioni sui social media, è anche importante affrontare il tema di cosa non pubblicare. A tal fine, la Gillespie ci offre due esempi:
1- Se si accenna a un entusiasmante annuncio imminente, ad esempio un rebranding con un nuovo logo o il nostro primo immobile di lusso, bisogna assicurarsi di poter fare l’annuncio entro sette giorni o anche meno. “Se non lo pubblicherai entro breve, le persone dimenticheranno completamente che avevi un annuncio da fare oppure penseranno che ne hai parlato troppo presto e magari hai cambiato idea“, spiega la Gillespie.
2- In secondo luogo, sono da evitare i post eccessivamente negativi, specialmente su lavoro e settore immobiliare; da evitare anche l’ovvia ricerca di supporto e/o richieste, l’ultima delle quali la Gillespie chiama “vaguebooking”. “Il problema nel fare un ‘vaguebook’ (post scritti in maniera vaga al solo scopo di attirare l’attenzione dei follower/contatti [n.d.r.]) è che non invita alla conversazione e fa davvero pensare alle persone che stai passando una brutta giornata, il che le mette a disagio”, dice. A peggiorare le cose, bisogna tener conto del fatto che, quando un follower non interagisce continuamente con i nostri contenuti, l’algoritmo inizia a nascondere tutti i nostri post a quella persona. 
Naturalmente, tutti hanno brutte giornate ed esperienze negative che potrebbero voler condividere con la propria sfera di contatti ma la Gillespie consiglia di tenere a bada quei post a meno che non si possa aggiungere valore attraverso l’umorismo o una lezione ispiratrice.

LE TRE REGOLE D’ORO

1- Non condividere tutti i post con l’intera lista di amici
La cosa migliore è, invece, creare elenchi personalizzati per i diversi post, incluso uno per i contatti non lavorativi e un altro che blocchi proprio i contatti immobiliari. Come mai? Ecco l’esempio della Gillespie. 
“Non appena pubblichi un post su Facebook chiedendo: ‘Ehi, qualcuno sta cercando di vendere la propria casa?’, tutti i tuoi contatti immobiliari interverranno per parlarti degli incarichi che stanno prendendo, perché sono eccitati e vogliono fare un accordo con te, e questo è fantastico, ma cosa succede al resto dei tuoi contatti quando vedono tutti quegli agenti immobiliari commentare? Potrebbero pensare tra sé e sé: quel post non era destinato a me. So che il mio vicino potrebbe voler vendere, ma sembra che questi
agenti immobiliari già abbiano case da proporre’. E così, forse, hai perso una potenziale opportunità”.
Limitando il post solo alla sfera di contatti non professionali è più probabile che si raccolga un coinvolgimento genuino dall’esterno della comunità immobiliare. 

2- Unire il personale con il professionale
La Gillespie fa l’esempio della presenza social di una collega, agente di KW, Rebecca Ellis . La Ellis è un agente di Raleigh, nella Carolina del Nord, ha un logo attraente, quello di cui si occupa è chiaramente visibile ed eccelle nel creare connessioni nei suoi post e nell’offrire informazioni su sé stessa. “Lei è una narratrice”, dice la Gillespie “. È semplicemente fenomenale nel condividere la sua storia ma ammette che era all’oscuro in fatto di social quando è entrata nel settore immobiliare. Nei suoi post c’è quella vulnerabilità con cui le persone possono immedesimarsi, continua a condividere non solo i suoi successi ma anche la sua gratitudine per questi; se la incontri di persona puoi accorgerti di come si presenti nell’identico modo di quando è online e penso che questo sia importante, perché crea fiducia”.

3- Puntare sulle Storie
“Il potere dei social media sta nel fatto che possono connetterti molto rapidamente con le persone”, afferma la Gillespie. “Le storie hanno un ciclo di 24 ore, il che è fantastico perché non devono essere perfette come i contenuti dei vari post, che invece saranno visibili sulla tua pagina per sempre. E poi, come non tener conto del fatto che le storie sono in cima ai feed delle notizie e quindi sempre in primo piano e occupano l’intero schermo dell’utente.” E bene quindi concentrare l’energia sulle storie, anche perché, una volta pubblicate, possiamo vedere i nomi di tutti coloro che le hanno guardate e quindi inviargli un messaggio direttamente. “In quale altro modo puoi ricevere la piena attenzione di qualcuno?” si chiede la Gillespie, e conclude con un’esortazione: “Se non le stai ancora usando, inizia oggi!”

Liberamente tratto dall’articolo “Three Strategies for Spicing Up Your Social Media Presence” di Shelby O’Neill su Outfront KW
https://outfront.kw.com/training/three-strategies-for-spicing-up-your-social-media-presence/

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