“Mi sembrava davvero che quella casa ci stesse aspettando. Perché anche le case aspettano i loro inquilini, sopravvivono anni lontano da noi e poi aprono le loro braccia di porte e persiane a una giovane coppia, a due scemi che tremano di felicità.”
Margaret Mazzantini descrive così la reazione dei due protagonisti di “Venuto al Mondo” alla vista di quello che sarebbe poi diventato il loro rifugio.
La realtà che scandisce la ricerca di una nuova casa non è tanto diversa: essa reca sempre con sé una “conditio sine qua non”: gli spazi che la compongono devono emozionarci. Concetto evidentemente noto a Barb Schwatz, un’agente immobiliare che, nel 1972, si rese conto di quanto fosse necessario osare un po’ di più con il Marketing, valorizzando ogni singolo immobile, promuovendo un connubio tra estetica, cromie ed estro che stimolasse una viva sensazione.
Nacque così l’home staging, una tecnica di marketing rivoluzionaria o, più semplicemente, come la stessa Barb ha voluto definirla, un “sentimento”, la visualizzazione creativa degli spazi interni visti da un occhio esterno a quello dei proprietari, in cui “less is more”.
L’intuizione di Barb, che trovava origine nel suo background di allestitrice di scene teatrali a Broadway, le ha consentito di concludere più di 7000 contratti di compravendita nell’area di Seattle e di fare dell’home staging un marchio registrato.
Se è vero che, quando si tratta di vendere una casa le regole d’oro siano, essenzialmente, due – e cioè fare una corretta valutazione e far sì che susciti “l’effetto wow” in chi la visita – è qui che il valore dell’home staging entra davvero in gioco. Ne deriva che a beneficiarne siano non solo gli acquirenti, che riescono a visualizzare la loro quotidianità all’interno di mura domestiche che ancora non gli appartengono ma anche, naturalmente, i venditori: il piccolo investimento monetario che questi ultimi sono chiamati a sostenere, a fronte della consulenza e intervento di un professionista del settore, è ripagato dalla riduzione dei tempi di vendita e dall’immutabilità del prezzo di vendita. Secondo un report NAR del 2019, l’83% degli agenti immobiliari ha affermato che promuovere una casa nella quale sia stato effettuato un intervento di staging riduca i suoi tempi di permanenza sul mercato e il 44% ne ha riscontrato un aumento dell’intrinseco valore.
Si consideri, inoltre, che – nell’ottica di un mercato immobiliare dinamico e in costante concorrenza – è indispensabile che il proprio immobile “si faccia notare”.
I vantaggi di ricorrere all’home staging sono tali che negli USA la figura dell’home stager è costantemente presa in considerazione prima di mettere in vendita la casa e l’investimento che ne deriva viene subito ripagato.
Entriamo ora più nel dettaglio, per prima cosa bisogna dire che l’intervento dell’home stager dovrà avvenire prima che l’immobile venga immesso sul mercato. Questi, eludendo ogni tipo d’intervento strutturale, sarà in grado di fornire identità agli spazi, riorganizzandoli in modo armonico e individuandone la loro reale destinazione d’uso. La casa si trasforma in un piccolo palcoscenico pronto a lasciarsi fotografare, il tutto abbinato a un’approfondita analisi del mercato e del target di riferimento.

Tra le tecniche primarie utilizzate brillano il decluttering e la spersonalizzazione degli ambienti: è fondamentale, infatti, che i visitatori interessati all’acquisto siano in grado di immaginare la loro vita quotidiana futura tra le mura domestiche, senza contaminazioni altrui. L’immobile dovrà suscitare sentimenti di novità e possibilità di personalizzazione, in spazi quanto più possibili ibridi e liberi dal superfluo, perfettamente allestiti.
Ancora, sembra giocare un ruolo chiave l’audacia nel riuscire a metter d’accordo elementi decor moderni e vintage, affacciati su un ambiente “di carattere”. Sì, quindi, a dipingere una parete scegliendo una palette non convenzionale. E se si vuol esser al passo coi tempi, Pantone ha eletto colore dell’anno 2022 il Very Pery, una texture nata dal blu, infuso di rosso e viola capace di rilassare e stimolare l’immaginazione.
L’intero ambiente dovrà risultare fresco, pulito e luminoso e, soprattutto, confortevole. Per infondere una sensazione di pace e benessere si può far ricorso a texture naturali, come un tappeto in Juta o canapa che vada a evidenziare la zona conversazione, un bouquet di fiori freschi che riporti vitalità allo spazio domestico ed elementi classici di design in stile minimal.
L’esperienza statunitense e le statistiche fin d’ora riscontrate, dunque, allocano l’home staging ad attività professionale di sicuro interesse e vantaggiosa per il venditore sebbene, parallelamente, non si possa non riscontrare ancora una certa “pigrizia” nel metterla in pratica nel Belpaese, ancora legato a modalità di vendita tradizionali che vedono in figure come questa un costo piuttosto che un investimento.
L’obiezione più comune consisterebbe nel preferire la riduzione del prezzo di vendita piuttosto che sostenere ulteriori costi per l’home staging, in quanto destinati peraltro ad una casa che non si ha più intenzione di abitare.
Tale considerazione, però, non regge, alla luce delle valutazioni che precedono: non solo il venditore può contare sulla realizzazione certa di un margine di guadagno maggiore dall’utilizzo dell’attività di home staging rispetto alla contraria decisione di non servirsene ma, in aggiunta, vedrebbe concretizzarsi una consistente probabilità di sicura vendita con l’altrettanto elevata percentuale di riduzione delle relative tempistiche.
Dati alla mano, non possiamo che riscontrare anche noi l’immenso valore apportato da questa tecnica di marketing che parla agli occhi e al cuore.